Grazie a Herbert Spencer, da biologico il pensiero evoluzionista diventerà filosofico. Partendo dal modello dell'organismo, Spencer tenta di applicare l'idea evoluzionista a tutti i campi dell'attività umana, descrivendo e prescrivendo l'evoluzione sociale come una derivazione semplice e diretta dell'evoluzione biologica; estrapolazione eccessivamente semplicista, che gli farà commettere numerosi errori logici. Ciò nonostante, a partire dal 1860 il sistema dell'evoluzione di Spencer si diffonde e diventa rapidamente «la bibbia laica dello sviluppo occidentale» (Tort, 1996, 4). Il pensiero di Spencer s'impone negli Stati Uniti, dov'è molto più popolare di Darwin, in tutta l'Europa occidentale e persino in Russia e in Giappone. Le sue tesi sono universalmente diffuse nell'insegnamento universitario.
Il successo delle teorie di Spencer negli Stati Uniti dipende senza dubbio da più ragioni. Anzitutto, sono rivolte a persone dal bagaglio filosofico limitato e che non dispongono quindi degli strumenti e dei metodi che permetterebbero loro di individuarne i punti deboli. Inoltre, la sua filosofia si fonda su un principio semplice, applicato a tutte le manifestazioni del vivente, cosa che la rende seducente e relativamente accessibile. Infine, l'estrapolazione del concetto evoluzionista in ambito sociale incoraggia la libera impresa e la legge del più forte, sostenendo così le argomentazioni teoriche dei partigiani del liberalismo nato dalla rivoluzione industriale e, in sintonia con lo spirito dei pionieri, permette di giustificare facilmente azioni come lo sterminio o la deportazione dei popoli amerindiani o l'espansionismo sfrenato in ambito industriale ed economico. Le sue conclusioni, applicate in campo economico e politico, vanno, infine, nel senso di una «non interferenza» molto conservatrice, favorendo così palesemente alcuni interessi, in particolare quelli dei ricchi, fattore che ne spiega il successo.
Con Spencer, l'evoluzione si scopre dotata di un senso stabilito fin dalle origini: «l'universo progredisce secondo una legge di sviluppo che assegna a ogni realtà una direzione predeterminata secondo un ordine di perfezione crescente. La società umana appare così come la forma più elevata della vita e la società industriale la forma più avanzata dell'organismo sociale. Miracolo! È il caso di dirlo: Spencer predica la "non interferenza" e dimostra scientificamente che, a conti fatti, ne consegue una rinvigorita coesione della società, una solidarietà più garantita, perché razionale, delle parti – nello specifico, le classi sociali. Offre così al capitalismo selvaggio la sua prima grande teodicea.» (Lecourt, 1992, 76-77).

Still e Spencer

Gli elementi di biologia e fisiologia sviluppati da Spencer l'hanno interessato e ispirato in modo particolare: «Still dirà più tardi che Herbert Spencer era il suo filosofo preferito e Alfred Russel Wallace il suo biologo favorito, entrambi erano leader del movimento evoluzionista» (Trowbridge, 1991, 157). Pertanto, l'osteopatia deve a Spencer una struttura filosofica, un modello, o più esattamente un metamodello, vale a dire un'ampia cornice concettuale all'interno della quale Still ha potuto elaborare un concetto filosofico coerente, in grado di fornire una base alle sue capacità terapeutiche.

«Dall'approccio olistico ai meccanismi della fisiologia, all'elettricità e al magnetismo, la filosofia di Still è impregnata di allusioni alla filosofia spenceriana e mette l'accento sui temi cari a Spencer, che sono la causalità naturale, o causa-effetto, la dipendenza reciproca delle parti, struttura e funzione, gli effetti dell'uso e della desuetudine, il concetto di materia, movimento e forza così come il termine "inconoscibile" riferito a Dio.» (Trowbridge, 1999, 227)
Se adottiamo una visione gerarchica, l'approccio di Spencer è di natura sistemica e può essere visto come un tentativo di inglobare modelli specifici all'interno di un modello generale. È quindi in Spencer che Still ha trovato concettualizzati i grandi canoni della filosofia osteopatica:

  • L'unità di ogni sistema vivente: ogni parte vive per l'insieme e grazie a esso.
  • La stretta relazione di struttura e funzione.
  • Il movimento (cambiamento) come prima manifestazione della vita.
  • La necessità della libera circolazione dei fluidi all'interno di un sistema vivente.
  • La capacità del corpo di produrre le sostanze necessarie al proprio funzionamento.
  • La facoltà dell'organismo vivente di autoregolarsi e superare la malattia.
  • Le leggi di causa ed effetto.
  • L'inconoscibile.

 Bibliografia

Lecourt, Dominique, 1992. L'Amérique entre la Bible et Darwin. Presses Universitaires de France, Paris, , ISBN : 2-13-048905-2.
Spencer, Herbert, 1885. Premiers Principes. Félix Alkan, Paris. pdf_button
Spencer, Herbert, 1877. Principes de biologie. Germer Baillières, Paris.
Tort, Patrick, 1996. Spencer et l'évolutionnisme philosophique. PUF Que sais-je ?, Paris, ISBN : 2-13-048034-9.
Trowbridge, Carol, 1999. La Naissance de l'ostéopathie. Sully, Vannes, 292 p., ISBN : 2-911074-16-5.
Martine Rainville
: L’influence de l’évolutionnisme philosophique dans l’élaboration des principes ostéopathiques par Still Mémoire de fin d'étude ostéopathique présenté devant un jury international au collège de Montréal (Canada) en juin 2010. pdf_button

Traduzione: Luca Nicolaj & Gérald Urdich